Un tavolo tra tanti in un ristorante un po' mercato, una piazzetta in mezzo al verde e con decine di piante appese come tanti lampadari sopra le teste. Sei persone di cui 3 spagnoli, 2 domenicane e 1 italiana. Non è l'inizio di una barzelletta, ma la parte davvero divertente è stata chiacchierare allegramente di cinema, di figli, di viaggi, di città, di cucina e di cosa siano i supplì o come si facciano i carciofi alla giudia...il tutto ascoltando spagnolo e rispondendo italiano, senza nessuna vera barriera linguistica ad ostacolare la comunicazione. E' in quel preciso momento che, mandando a quel paese la storiella della torre di Babele, ho riso di me pensando che, almeno per una volta, la mia totale inettitudine per le lingue straniere, non era stata un problema.
Piccolo ma intenso, fatto di lunghe camminate attraverso piazze ariose e larghi viali, soste ristoratrici tra gli alberi dei grandi parchi cittadini, incursioni tra vecchi e nuovi mercati di quartiere e musei di fama internazionale, ma soprattutto fatto di movida. Vero motore e stile di vita per gli abitanti, che li porta anche a tarda sera a riempire strade e vicoli come in pieno giorno, a cercare ristoro nelle possibilità conviviali di un gradino, una panchina, un tavolino all'aperto, a cenare sorridenti davanti qualche tapas, recuperando il dessert tra i banchi ancora aperti di San Miguel e finendo la serata inzuppando churros nella cioccolata di San Ginés.
Ecco io i miei churros me li sono riservati per colazione, in una domenica mattina di pioggia e aria fredda, che, al diavolo maggio, si era sincronizzata con la tazza di cioccolata fumante sotto il mio naso. Ho evitato tuttavia per ora di sperimentarli al mio rientro, visto l'innalzamento di temperature repentino...al loro posto ho regalato al blog un altro "souvenir di viaggio", e vincendo le mie sempre immutate antipatie per il fritto in casa, ho preparato le mie prime patatas bravas.
Forse tra le più tipiche tapas madrilene, quelle che, guarda la fatalità, mi hanno dato il benvenuto la prima sera in questa città. Città allegra e piena di vita. Ripenso a lei, con in testa già la prossima!
Ingredienti:
- patate a pasta gialla
- olio d'oliva leggero o olio di arachidi
- sale
per la salsa bravas:
- 1 cipolla piccola (100 gr)
- 1 spicchio d'aglio
- 2 cucchiai di olio evo
- 1 cucchiaio di paprica dolce
- 1/2 cucchiaio di paprica piccante
- 1 cucchiaio di farina
- 250/300 ml di brodo di pollo (o vegetale)
Pelate le patate a tocchetti non troppo piccoli e metteteli in ammollo in acqua per una decina di minuti. Tuffatele in acqua bollente per 3-4 min, quindi scolatele e lasciatele asciugare. Nel frattempo pelate e affettate sottilmente la cipolla e mettetela a rosolare con l'olio in una padella con l'olio, 1 spicchio d'aglio e qualche cucchiaio di acqua perché si ammorbidisca senza bruciare. Aggiungete i due tipi di paprica e la farina e, sempre amalgamando per evitare i grumi, diluire con il brodo. Passare al mixer e lasciare cuocere restringendo la salsa fino alla giusta consistenza.
Fate scaldare l'olio per la frittura che dovrà essere profondo e ben caldo, a quel punto friggete le patate fino a perfetta doratura. Servite subito con spolverata di sale, paprica e salsa bravas ben calda.
Fate scaldare l'olio per la frittura che dovrà essere profondo e ben caldo, a quel punto friggete le patate fino a perfetta doratura. Servite subito con spolverata di sale, paprica e salsa bravas ben calda.
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