sabato 26 gennaio 2013

Puìna e la magia del riciclo in cucina







































"Averghe le mane de puìna" dalle mie parti si cataloga come la facilità nel farsi cadere dalle mani qualunque cosa, un misto di goffaggine e delicatezza che solo pochi intenditori possono apprezzare in una persona.
Oltre a visualizzarmi fantasiosamente, fin da piccola, con delle piccole cose molli e inconsistenti al posto delle mani, ogni qual volta venissi sgridata a causa dell'ultimo "patatrac", sinceramente mi sono spesso chiesta che cosa fosse davvero questa "puìna". Poi c'era mamma, che nonostante lo scarso utilizzo in famiglia del latte in tazza, ogni tanto ne faceva comparire una confezione in frigorifero. Che il più delle volte finiva per superare la scadenza e risultare imbevibile. Ma (è qua che inizia la storia) qualche volta, quando il momento era più propizio, in un piccolo calderone-pentolino, approvato l'inacidimento della bevanda, magicamente avveniva la trasformazione in una piccola sostanza grumosa e solida. Mi sono sempre chiesta che gusto potesse avere.
Divento grande e nel frigorifero di casa mia continua a persistere quella confezione di latte, perchè, sebbene continui ad esserne una non bevitrice, in cucina può sempre servire. Così all'ennesimo oltrepasso di scadenza mi impongo di sperimentare la vecchia magia di mamma, ma più che altro una ancor più vecchia abitudine contadina. Insomma, mi dico tra me e me, non saranno mica stati tutti scemi sti contadini!
A 24 ore dal pasto, in piena coscienza delle mie facoltà, dichiaro l'esperimento riuscito e la mia cusiosità appagata.
Non ho la strampalata pretesa di chiamarla ricotta, dal momento che ricotta non è.
Quasi oserei dire che non sia nemmeno una ricetta. Questa non è una ricetta.
Questa è storia, è magia, è riciclo in cucina allo stato puro.

Ingredienti:
  • latte
  • 1 pizzico di sale
  • miele
  • mandorle 
  • limone (facoltativo) 
Portate il latte ad ebollizione (se fresco potete ottenere lo stesso risultato aggiungendovi una spruzzatina di limone per inacidirlo). Si rapprenderà velocemente formando i classici grumi. Aggiungete a piacere un pizzico di sale e tenendo mescolato, facendo attenzione che non fuoriesca da pentolino, fate bollire per almeno 5 minuti. Scolate con un colino i fiocchi di latte dal siero e lasciate così asciugare e rapprendere.
Una volta sformata, se in purezza non vi convincesse, consiglio di assaggiare con del miele e una granella di mandorle o con un cucchiaio della vostra marmellata preferita.




































2 commenti:

  1. Che bella!! Ma da quanto deve essere scaduto il latte perché venga così ricottosa e compatta? Ho paura di sbagliare i giorni e di avvelenarmi....:S

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    1. Se il latte non è inacidito non diventa "ricottoso" a meno che non lo inacidisca tu. Quindi puoi provare aggiungendo del limone al latte fresco. Anche io ero un po' scettica anche se ti assicuro che mia madre l'ha sempre fatta, mangiata e non le è mai successo nulla! A me nemmeno! Ho riflettuto sul fatto che infondo anche i formaggi nascono così e se penso a quelli con muffe e simili allora dovrei preoccuparmi ancora di più. La bollitura un po' prolungata oltre la separazione dei fiocchi dal siero mi ha rassicurato sulla cottura.
      In ogni caso ATTENDO PARERI PIU' ESPERTI anche qua tra i commenti!

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