L'ultima settimana per me è iniziata festeggiando il solstizio, questa luce meravigliosa fino a sera e l'arrivo dell'estate, raccogliendo erbe e fiori ai margini delle strade per poter fare, dopo qualche anno che me lo ripromettevo, il mazzolino e l'acqua di San Giovanni per la notte tra il 23 e il 24. Una notte di streghe, sogni e magia per allontanare il buio e i mesi oltremodo cupi.
Questa tradizione non mi apparteneva o comunque non mi è mai stata tramandata in famiglia, come invece ho scoperto da tanti altri.
Ce n'è però una di tradizione, che mi ha sempre accompagnato fin da piccola, che per me apre davvero l'estate ed è quella legata ad un'altra notte...questa che sta arrivando, la notte tra il 28 e il 29 giugno, quella che precede il giorno di San Pietro e Paolo, che poi da quando abito a Roma è diventato ulteriore festa.
Un vaso di vetro abbastanza capiente e riempito d'acqua, un albume d'uovo versato delicatamente all'interno e la possibilità di lasciar riposare il contenitore durante la notte in mezzo all'erba, alle piante o comunque all'esterno in modo che la prima rugiada del mattino possa creare quella che dalle mie parti si chiama la barca de San Piéro, un insieme di filamenti, lunghi e larghi in modo variabile, da assomigliare vagamente a una eterea imbarcazione. E' sempre un'usanza popolare di origini contadine, che lega un piccolo rituale notturno alla possibilità di predire l'andamento della stagione del raccolto e per estensione quello dell'anno a venire.
Non sono mai stata brava a interpretare la forma della barca...la mia speranza è sempre quella di vederla maestosa e ricca di vele, belle aperte per portarmi con il vento in poppa nella calda stagione verso belle e nuove mete. C'è da dire che questi ultimi giorni di giugno sono per me sempre stati giorni ricchi di cambiamenti, novità e viaggi. Perchè finiscono gli obblighi lavorativi, perchè si prepara il rientro estivo in famiglia o perchè, come 5 anni fa, si inizia l'estate annusando campi di lavanda a perdita d'occhio, esaudendo un piccolo sogno che tenevo nel cassetto. Oggi così, sempre all'insegna delle erbe e dei profumi estivi, ho voluto ricordare quel breve viaggio in Provenza, impastando la mia prima Fougasse, focaccia tipica di quei territori a forma di spiga o di foglia e arricchita di aromi mediterranei, ma a volte anche farcita con olive, cipolla e altri sapori.
Magari stanotte il mio vaso lo metto vicino alla lavanda della terrazza!
(riadattata dalla versione di Deliziosa Virtù)
Ingredienti:
- 100 gr di lievito madre rinfrescato* (circa 5 gr di lievito di birra)
- 350 gr di farina 0
- 150 gr di farina di grano duro
- 300 ml di acqua
- 60 ml di olio evo
- 2 cucchiaini di miele (io quello di lavanda)
- 10 gr di sale
per condire:
- mix di erbe provenzali secche o fresche (timo, salvia, rosmarino, maggiorana...)
- sale grosso
- olio evo
(*per rinfrescare il lievito madre: 1 parte di lievito + 1 parte di farina + 1/2 parte di acqua, far riposare coperto per 4-6 ore)
Create un lievitino sciogliendo il lievito con acqua e miele e lasciandolo riposare per 10 min.
Al lievitino aggiungete le farine e l'olio, iniziate a impastare e quando gli ingredienti saranno amalgamati aggiungete il sale. Lavorate l'impasto per una decina di minuti, riponete il panetto in un contenitore leggermente oliato e coperto con un canovaccio umido e lasciate riposare tutta la notte a temperatura ambiente. Alla mattina rovesciate delicatamente l'impasto direttamente su una placca rivestita di carta da forno e leggermente infarinata, quindi con molta delicatezza allargatelo e dategli una forma ovale o leggermente a foglia come nel mio caso. Praticate i tagli a spiga con una lama ben affilata, spennellate la superficie di olio e cospargetela con del sale grosso e le erbe. Lasciate riposare per altri 30-40 min coprendo con della pellicola leggermente unta. Cuocete in forno già caldo a 220° per 30 min.
Il lievito madre ti sta aspettando! 😁😁
RispondiEliminaahahah spero non in reparto rianimazione!
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