"Al mio buon amico Hercules Poirot. Per lui la vita senza un mistero
sarebbe come un roastbeef senza una buona mostarda!"
(A. Christie, La torta di more)
Vi siete mai chiesti perchè i libri gialli siano sempre così ricchi di riferimenti al cibo?
Forse perchè un piatto ben cotto è una delle armi più misteriose, tra le più interessanti per uno scrittore visto che, se tante persone mangiano o bevono lo stesso cibo, è più difficile capire chi ne sia la vittima predestinata o chi l'assassino. Oppure perchè conoscere i gusti, le abitudini di un personaggio ce lo rende sicuramente più familiare e ci cattura con più affetto nella trama del romanzo, come se ci sedessimo alla stessa tavola.
Ecco che in moltissimi dei suoi libri si muore avvelenati, addentando una fetta di torta al cioccolato, gustando un pudding decorato con lo zucchero o sorseggiando una tazza di tè. Tanti i casi che iniziano con una colazione ben descritta perchè, come pensava la scrittrice, "a stomaco vuoto è ben difficile risolvere un delitto".
Zuppa di pomodoro, bistecca e pasticcio di rognone e per finire torta di more: questo l'abbondante menù consumato a sorpresa da un vecchio, eccentrico e quanto mai abitudinario pittore nel ristorante in cui si reca due volte a settimana, che stimola le "celluline grigie" e la innata curiosità di Poirot, il famoso investigatore belga con testa a uovo e bizzarri baffetti arricciati (mi astengo dal commentare quelli dell'ultima versione cinematografica!). Scelta fuori routine e resa ancor più bizzarra per la presenza di quella torta di more che solitamente, si sa, tendono a macchiare i denti!
A parte il prendersi delle discrete libertà rispetto alla tradizionale blackberry pie e dal nascondere sotto una zuccherosa ingannevole crosticina croccante una natura soffice e morbida, il vero mistero è la bontà di quella confettura, giuntami in regalo esattamente un anno fa direttamente dal Borough Market, probabilmente il mio mercato londinese preferito, così scura, così aromatica...così british.
Essere usata come ripieno di questa torta, un po' brioche, un po' focaccia, è stata, è il caso di dirlo, la sua perfetta morte!
Sebbene i misteri vadano svelati con calma e mente fredda e lucida, era divina appena sfornata, addentata con il ripieno ancora caldo, che macchia bocca e dita. E una bella tazza di tè!
"Filastrocca da sei soldi
una tasca piena di segale.
Ventiquattro merli neri
cotti dentro una torta.
Ed in tavola l'aprivano
con i merli che cantavano.
Oh che bello era quel piatto
proprio degno di un re matto!
E il re stava al tesoro
a contare argento e oro.
La regina era in salotto
a mangiare miele e galletta.
La servetta nel giardino
sciorinava panni di lino
quando arriva un uccellino
a beccarle via il nasino."
***
(da "Come una Blueberry Pie" di Riccardo Astolfi, Pasta Madre)
Ingredienti:
- 80 gr di lievito madre rinfrescato*
- 320 gr di farina
- 160 ml di acqua
- 1 cucchiaio di zucchero di canna
- 1 pizzico di sale
- 200 gr di confettura di more (io Blackberry&Sloe Gin Jam di Rosebud Preserves)
per guarnire
- 1 cucchiaio di olio evo
- 2 cucchiai di zucchero di canna
(*per rinfrescare il lievito madre: 1 parte di lievito + 1 parte di farina + 1/2 parte di acqua, far riposare coperto per 4-6 ore)
Sciogliete il lievito nell'acqua e aggiungete farina, zucchero e sale, impastando bene per ottenere una pagnotta liscia. Fate lievitare coperto 5-6 ore, fino al raddoppio. Riprendete l'impasto, fate un giro di pieghe e dividetelo in due (300 gr circa ciascuna parte). Ungete leggermente una teglia di 24 cm circa con bordi alti (io ho trovato perfetto lo stampo di alluminio) e stendete una parte sul fondo come fosse una focaccia, rialzando leggermente i bordi ai lati. Stendete la confettura su tutta la superficie a eccezione di un paio di cm del bordo e coprite delicatamente tutto con il secondo impasto, steso a forma di disco su un piano leggermente infarinato. Chiudete pizzicando leggermente i bordi e fate lievitare la torta 2 ore prima di infornarla. Spennelate la superficie con l'olio e spolverate con lo zucchero, quindi cuocete in forno già caldo a 180° per 30 min circa.
Con questa ricetta partecipo a #pagineaifornellicontest di Betulla
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