Avete mai provato la strana sensazione di trovare una cosa molto bella, magari sentirvene attratti, divertirvi a perseguirla, a sperimentarla, a vestirvene per provare ogni tanto a sentirvi diversi...ma nonostante tutto percepire che in qualche modo non vi appartiene?
Un'amica ieri mi ricordava una grande verità: quanto sia importante in alcuni momenti ritrovare le cose che ci fanno stare bene. Probabilmente quelle cose che in fondo fanno parte di noi. Senza trucchi o artifici.
Penso che questa torta mi appartenga, non solo come dichiarazione delle mie radici e della mia storia, ma perchè in qualche modo mi somigli molto.
Semplice, schietta, senza fronzoli, un sorriso a colazione, una coccola a merenda, non una cena formale o una festa a sorpresa, nessun artificio nell'impasto, nessuna promessa d'ingredienti nascosti. Eppure quel colore strano, particolare, non sempre ammaliante, ma certamente di carattere, perfetto in una frittata, in controtendenza per una torta, trova il modo per distinguersi e non somigliare a nulla. Almeno nel profumo, di verde, di terra, di fiori di campo, di erbe dell'orto, aromatico e un pelo pungente. E un sapore inconfondibile, di chi non ama le glasse e le melasse, poco ruffiano ma coraggioso, amaro ma non troppo e per questo, forse, più vera la sua dolcezza.
L'unica verità è che la diatriba per identificare quella che dalle mie parti viene chiamata "erba madre" tra le artemisie, come crisantemo o un parente della camomilla, di cui ricorda i fiori, non avrebbe alcun senso se non fosse che qua a Roma non sanno nemmeno cosa sia. Un'erba spontanea che ho sempre trovato, non solo nei vivai tra il basilico e la salvia, ma comunemente anche negli orti, nei campi e ai margini delle strade, nonostante le mie ricerche, per ora qua risulta ancora introvabile.
Quindi accanto al promemoria ritrovare-le-cose-che-fanno-star-bene va aggiunto: prima o poi in casa mia una piantina la devo avere!
Ps: dopo diverse ricerche e un curioso ritrovamento (di cui parlo qua) tra gli esemplari di un florovivaista presente ad un festival annuale romano, Festival del Verde e del Paesaggio, che nemmeno sapeva del tutto quanta ricchezza (almeno per la sottoscritta) possedesse in quei vasetti tra molte aromatiche, posso dirvi che l'Erba Madre al secolo Tanaceto (Tanacetum Vulgare), nonostante il suo odore aromatico e amarognolo ricordi l'artemisia, fa invece parte della famiglia delle Asteraceae, come i crisantemi e la camomilla (in quei fiori ci avevo visto lungo!) ed è ricchissimo di benefici (per saperne di più)
Ps: dopo diverse ricerche e un curioso ritrovamento (di cui parlo qua) tra gli esemplari di un florovivaista presente ad un festival annuale romano, Festival del Verde e del Paesaggio, che nemmeno sapeva del tutto quanta ricchezza (almeno per la sottoscritta) possedesse in quei vasetti tra molte aromatiche, posso dirvi che l'Erba Madre al secolo Tanaceto (Tanacetum Vulgare), nonostante il suo odore aromatico e amarognolo ricordi l'artemisia, fa invece parte della famiglia delle Asteraceae, come i crisantemi e la camomilla (in quei fiori ci avevo visto lungo!) ed è ricchissimo di benefici (per saperne di più)
Ingredienti:
- 10 cucchiai di farina
- 8 cucchiai di zucchero
- 150 g di burro
- 3 uova
- 1 bustina di lievito
- 1 pizzico di sale
- erba madre tritata
- latte q.b.
Mescolare il burro con lo zucchero, poi le uova e infine la farina e il lievito. Aggiungere dell'erba madre fresca e tritata, in quantità variabile secondo il vostro gusto. Deve apparire evidente il colore verde, ma tutto dipende se amate sentire molto presente il gusto tendenzialmente amarognolo dell'erba o lo preferite più soft (io normalmente opto per la prima soluzione, ma ammetto di regolarmi ad istinto e pure rispetto a quanta erba ho a disposizione). Un pizzico di sale e, se serve, un po' di latte per ammorbidire leggermente l'impasto. Versate in uno stampo da torta, imburrato e infarinato e cuocete a 180° per 40/45 min. Io l'adoro tiepida.
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