Nonostante l'idea che questo passato week end fosse iniziato nel peggiore dei modi, proprio ieri con il sapore di queste nuove brioches ancora in bocca, contenta infondo oltre il malumore di esser riuscita a sfornare qualcosa di nuovo, mi sono trovata improvvisamente nel bel mezzo di un festival di floricultura, un posto magico pieno di semi, fiori e piante mai viste...e udite udite?...pure di piantine di erba madre che finalmente so chiamarsi Tanacetum Parthenium. Inutile dirvi che una di loro sta ora sul mio balcone!
Come si capisce di essere nel posto giusto? E qual'è il posto giusto?
Eppure a volte, magari sbagliando, abbiamo la netta sensazione che non sia quello in cui in quel momento ci troviamo. Me l'ha ricordato un caro amico proprio in questi giorni e m'ha ricordato quanto in passato io stessa sia stata spesso vittima di questa sensazione. Sgradevole, ansiosa come un dubbio o un'incertezza che ci attanaglia e a tratti triste come l'idea che tutto vada esattamente nel verso in cui noi non vogliamo.
Ecco probabilmente il punto. Si è nel posto giusto ogni volta che si ha la piena consapevolezza di essere laddove si è deciso di essere, di fare ciò che si vuole in quel momento e ora. L'analogo della differenza che intercorre tra il lasciarsi trascinare e l'allacciarsi le scarpe per iniziare un percorso.
Non penso che ci siano luoghi-purgatorio in cui dobbiamo stare per espiare chissà quali colpe, luoghi di preparazione a qualcosa di meglio che verrà quando ci sarà dato modo di decidere.
Certo esistono obblighi nella vita, cose che si devono fare anche se pesano, ne sono consapevole...ma forse non apparirebbero diverse se solo capissimo che comunque sono frutto di nostre scelte?
Nessuno decide veramente per noi.
Così, nonostante io stessa cada spesso nella "trappola del posto sbagliato", oggi penso che il posto giusto sia proprio dove riusciamo a vedere un fiore che cresce nel cemento...quindi non è tanto un luogo, ma più un modo di essere. Il posto giusto non esiste ma è dentro di noi. E' ovunque e in nessun luogo.
O forse si trova in un recinto di legni accatastati in cui, fuori dal tempo e dallo spazio, per un attimo ti trovi a sorseggiare tè come in un antico rito vecchio di millenni.
Ingredienti:
- 250 gr di farina
- 12 gr di lievito di birra (1/2 cubetto)
- 30 gr di zucchero
- 50 gr di burro salato
- 1 uovo
- latte q.b.
- miele
- granella di zucchero (per me alla vaniglia)
Versate la farina a fontana in una ciotola e aggiungeteci lo zucchero. Spezzettate nell'incavo il lievito fresco e con l'aiuto di una forchetta fatelo sciogliere aggiungendo un goccio di latte appena tiepido (attenzione che non sia troppo caldo altrimenti "ammazzerebbe" il lievito). Poco per volta inglobate la farina dai bordi e prima di procedere aggiungendo altro latte, versate l'uovo e il burro a temperatura ambiente. Procedete ad impastare bene il tutto aggiungendo pochissimo per volta il latte necessario per ottenere un impasto liscio e compatto, non appiccicoso. Lavorate bene con le mani la pasta su un piano pulito e riponete poi il panetto nuovamente nella ciotola e lasciatelo lievitare ben coperto per almeno 2 ore, fino a che l'impasto risulterà raddoppiato (io confesso di aver impastato la sera e lasciato lievitare per tutta la notte!). A quel punto formate delle piccole pagnottelle tonde (ve ne verranno 8-9 circa) e ponetele ben distanziate su una placca coperta di carta forno e rifate lievitare per 1 ora. Quindi spennellate la superficie con del miele sciolto in qualche cucchiaio di latte e spolverizzate con la granella di zucchero. Cuocete in forno già caldo a 200° per 10 min.
Quante cosine buone sto scoprendo qui da te!!!
RispondiEliminaComplimenti, sei bravissima!!
Un abbraccio e a presto
Carmen