"C'era una volta in un villaggio una bambina, la più carina che mai si sia
veduta; la sua mamma non vedeva che per gli occhi suoi, e la sua nonna
non era da meno. La brava donna le aveva fatto fare un cappuccetto rosso:
e le stava così bene che tutti ormai la chiamavano Cappuccetto Rosso..."
(C. Perrault, Cappuccetto Rosso)
Ho sempre desiderato avere una calda mantella rossa con un grande cappuccio a punta.
Di quelli che solo in qualche fiaba senza tempo potrebbero essere indossati, senza sentirsi fuori luogo. Lo porterei con enorme orgoglio!
Da piccola però mia nonna me ne aveva cucita una bellissima, viola, con cui adoravo girare in centro spavalda la domenica mattina. Il mio "cestino" era in realtà un sacchetto pieno di semi, il mio "bosco" i Giardini delle Poste con quei due magnifici ginko che in autunno si tingevano di giallo e la mia "nonnina da sfamare" erano i piccioni di Piazza dei Signori. Nessun lupo ha mai osato intralciare il mio cammino.
Vorrei tanto tornare a quei momenti di spensierata libertà e di serenità punteggiata solo di piccole e semplici cose. Quando i boschi impervi e pieni di insidie erano solamente quelli nei libri di fiabe e quando niente e nessuno avrebbe potuto farmi smarrire la strada. Quando bastava indossare fiera una mantella con cappuccio per sentirmi invulnerabile ad ogni malvagità.
Ma la vita è ben altra cosa. Quando si "osa" crescere il mondo presenta conti salati e si fa, ahimè, cupo e minaccioso, più di quanto possa pensare una bimbetta dell'asilo. Si impara che i lupi, quelli veri, spesso non hanno una pelliccia e che i boschi delle fiabe, magari esistessero davvero.
Perchè per vincere quelli basta infilarsi una mantella con cappuccio!
"Morale. Qui si vede che i bimbi, ed ancor più le care bimbe, così ben fatte, belline ed aggraziate,
han torto diascoltare persone non fidate, perché c'è sempre il Lupo che se le può mangiare.
Dico il Lupo perché non tutti i lupi son d'una specie, e ben ve n'è di astuti che,
in silenzio, e dolciastri, e compiacenti, inseguon leimprudenti fin nelle case.
Ahimè, son proprio questi i lupi più insidiosi e più funesti!"
#25novembre #giornatacontrolaviolenzasulledonne #stopallaviolenzasulledonne
***
per pasta e ripieno dei tortelli:
- 200 g di farina
- 1 uovo
- 1/2 barbabietola precotta
- 400 g di ricotta di capra
- 4-5 rametti di finocchietto fresco
per la salsa ai funghi e condimento:
- 15 g di funghi secchi
- 20 g di burro
- 1 scalogno
- 1 cucchiaio di farina
- brodo vegetale q.b.
- sale e pepe
- 1/2 mela (a pasta soda e acidula)
- una manciata di nocciole tostate
Mettete a bagno i funghi secchi in una tazza di acqua calda. Tostate una manciata di nocciole e tenete da parte. Frullate con un mixer la mezza barbabietola precotta.
Setacciate la farina a fontana su una spianatoia, nel mezzo rompeteci l'uovo e aggiungeteci la purea di barbabietola (se la barbabietola fosse molto grande, riducete ancora la dose, valutando che la purea dovrebbe sostituire il secondo uovo mancante sui 200 g di farina totali). Sbattete bene l'uovo con i rebbi della forchetta insieme alla purea e pian piano incorporate la farina dai lati. Raggiunta una buona consistenza incorporando la restante farina, procedete a impastare con le mani, energicamente per una decina di minuti. Fate quindi riposare la pasta ben avvolta da della pellicola per 30 min.
Nel frattempo pelate e tagliate sottilmente lo scalogno e fatelo stufare in una padella con il burro. Quando risulterà morbido, aggiungete i funghi precedentemente ammollati, un cucchiaio di farina, sale e pepe, mescolate e quindi, lontano dal fuoco, frullate il tutto con il mixer a immersione, aggiungendo qualche mestolo di brodo fino a ottenere una consistenza liscia. Rimettete a cuocere sul fuoco in modo che la farina si cuocia e tiri la salsa. Se risultasse troppo densa aggiungete ancora brodo per ottenere la consistenza desiderata.
A parte in una ciotola lavorate la ricotta mescolandola bene, così da ammorbidirla e aggiungete del finocchietto fresco tritato.
Riprendete la pasta, tagliatela a metà e lavoratene una parte per volta, mantenendo l'altra coperta per evitare che si secchi. Stendetela su una spianatoia leggermente infarinata in una sfoglia rettangolare, lunga e molto sottile, ritagliatela quindi in quadrati di 7 cm di lato circa. Al centro di ogni quadrato di pasta adagiate una noce di ricotta aiutandovi con un paio di cucchiaini, quindi richiudete il quadrato lungo la diagolale in un triangolo, facendo fuoriuscire l'aria e ben aderire i lati premendo con le dita sui bordi (se la pasta risultasse troppo secca, inumidite leggermente i bordi della pasta prima di chiuderli). A questo punto unite i due angoli opposti del triangolo facendoli girare su un dito prima di premerli insieme e rigirate leggermente all'insù la punta centrale, come nella classica forma dei cappelletti. Procedete fino a finire la pasta disponendo i "cappuccetti" sul un vassoio o un tagliere ben infarinato.
Fate cuocere i ravioli in abbondante acqua salata per 3-4 min circa (dipende dallo spessore della vostra pasta) e conditeli con la salsa ai funghi calda, dei piccoli pezzetti di mela e qualche nocciola tostata, leggermente tritata.
Complimenti, Michela, per la storia iniziale che condivido pienamente. E mai come in questo periodo, il mondo è stato pieno di lupi. Ciao Leda
RispondiEliminaLo so...ma vorrà dire che le nostre mantello le cuciremo più grandi per coprirci meglio e nasconderci tutte le armi di cui avremo bisogno! ❤️
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