Edimburgo è una città di luci mutevoli, di cieli che cambiano, di panorami improvvisi.
Una città così bella da spezzare il cuore più e più volte.
Una città così bella da spezzare il cuore più e più volte.
(Alexander McCall Smith)
Quando inizi ad avere all'attivo numerosi viaggi, ti rendi conto di quanto ogni paese, finanche ogni città abbia la sua identità ben precisa, a volte fatta addirittura di determinati colori e luci, suoni e odori caratteristici.
Edimburgo è una piccola ma vivace città, dove a edifici per lo più di grigia pietra si aggiungono coloratissime cornici dei negozi e locali sottostanti, senza una rete metropolitana ma con una nutritissima mappa di pub, colline panoramiche su cui una dorata luce della sera bilancia la durezza del vento che le spazza, bellissimi giardini di case vittoriane e un saliscendi di vicoli e vicoletti svela una seconda città nascosta. Edimburgo sa di sottilissima e intermittente pioggia, odora stranamente (non mi chiedete il motivo) di riso bruciato e risuona di cornamuse negli angoli più vecchi, svolazzi di tartan, uomini in kilt e grossi gabbiani, forse i soli a ricordare una vicinanza al mare, che per il resto sembra un intervallarsi di quartieri cittadini e paesini di campagna.
Ogni giorno, esattamente alle 13, una potente cannonata, sparata da un castello che sembra essere scolpito nella stessa pietra su cui si erge, probabilmente ricorda agli abitanti di tenere sempre alto il loro orgoglio scozzese. Se mai ce ne fosse bisogno. Lo stesso racchiuso nella storia di una piccola pietra trafugata e poi restituita, usata nel rito di incoronazione di importanti regnanti: laddove gli inglesi vi si sedevano, gli scozzesi vi salivano in piedi. In piedi! Non chiamateli "inglesi".
Non ho visitato purtroppo la Scozia delle Hightlands, dei laghi e delle grandi brughiere, ma tanto è bastato a non poterli confondere.
Cosicchè, sebbene ne avessi viste anche a Londra, mi sarebbe sembrato scandaloso andarmene senza aver assaggiato le scotch eggs, talmente volute da inventarmene una take away pur di poterla addentare tra un angolo di strada e l'altro.
Croccanti fuori, morbidissime dentro, non sottovalutate la loro preparazione, potreste pentirvene (io lo so!).
Non chiamatele "polpette di uova" o "uova sode"...non chiamatele "inglesi", sono Uova Scozzesi!
***
Ingredienti (per 4 persone):
- 4 uova + 1 uovo
- 300 g di salsiccia
- 1 scalogno
- 1 cucchiaio di senape
- prezzemolo
- timo
- pepe
- farina
- pangrattato
- olio di arachidi
Mettere 4 uova a cuocere in un pentolino pieno d'acqua, 4 min dal bollore. Toglietele dal fuoco e fatele raffreddare in acqua fredda. Sbucciatele con cautela e delicatezza perchè avendo l'interno morbido rischiano di rompersi (la difficoltà è riuscire a mantenere l'interno morbido riuscendo a sbucciarle senza romperle!!!). Tagliate lo scalogno sottilmente, mescolatelo alla salsiccia privata della pelle e schiacciata, la senape, prezzemolo e timo fresco tritati e una macinata di pepe. Una volta amalgamato bene l'impasto, prelevatene un quarto, appiattitelo e stendetelo (anche all'interno della mano se preferite), ponete un uovo al centro e ricopritelo, sempre con delicatezza, a formare una bella polpetta compatta. proseguite così per ogni uovo. Passateli nella farina, nell'uovo sbattuto e infine nel pangrattato (potete ripetere uovo e pangrattato se volete una panatura più resistente e croccante. Riponete in frigo le uova mentre farete scaldare abbondante olio in una pentola con il fondo spesso. Quando sarà arrivato a temperatura (io la verifico guardando se si creano bollicine attorno a uno stuzzicadenti immerso) friggete le uova, una o due per volta girandole per farle ben dorare. Scolatete e fatele asiugare dall'olio in eccesso su fogli di carta assorbente. Servite le uova calde, se preferite tagliate a metà!
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