Tornare alle proprie tradizioni ci aiuta ogni tanto a ricordarci chi siamo.
Sembrerebbe ridicolo che un cibo possa avere tanto potere, ma succede.
A me ogni volta che mi trovo a preparare un risotto, come se fosse un rituale al quale mi sembra di dovermi attenere, con rigore.
Magari provano la stessa cosa i campani nel fare la pizza, i siciliani con i cannoli, i pugliesi le orecchiette...fatto è che non nascondo, forse esagerando, pure un pizzico di responsabilità quando verso a pugni il riso nella casseruola e inizio a farlo tostare, quando tendo l'orecchio per sentire lo sfrigolio della sfumatura con il vino, quando mescolo aggiungendo un po' per volta mestoli di brodo.
Stamattina appena sveglia ho spalancato la finestra e mi si è parata davanti una fitta nebbia a darmi il buongiorno. Mi sono stropicciata gli occhi e...nebbia qua?
Non so se dopo tanti anni io mi sia abituata a sufficienza a Roma, ma sicuramente Roma si sta un pochino abituando a me.
Aria di casa, casa nel piatto.
Ingredienti:
- 400 gr di riso (Vialone Nano)
- 300 gr di radicchio (meglio se Radicchio di Verona)
- 100-150 gr di Monte Veronese (da sostituire eventualmente con altro vaccino a pasta semidura)
- 1/2 cipolla dorata
- 1 l di brodo vegetale
- 1/3 bicchiere di vino rosso (Valpolicella o Amarone)
- 1-2 cucchiai di olio evo
- 1 noce di burro
- grana
Affettate la cipolla e fatela ammorbidire in una casseruola con dell'olio. Lavate, asciugate e tagliate a listarelle 300 gr circa di radicchio e mettetelo a cuocere con la cipolla.
Quindi aggiungete il riso e fatelo tostare, per poi sfumarlo con il vino. Quando il vino sarà evaporato cominciate ad aggiungere, un po' per volta e mescolando spesso, il brodo precedentemente scaldato. Aggiustate di sale e quando il risotto sarà cotto, ma tenuto all'onda (piuttosto morbido e cremoso), spegnete la fiamma e aggiungete il Monte Veronese tagliato a piccoli pezzetti e, se volete, una piccola noce di burro. Fate sciogliere mescolando e servite con una bella grattuggiata di grana padano.
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