“Mi mojito en La Bodeguita y mi daiquiri en El Floridita”
E. Hemingway
Si racconta che la parola "mojito" derivi da un termine voodoo, "mojo", che significa incantesimo.
Questo mi diverte molto, sebbene in realtà siano tantissime le leggende che si contenderebbero la sua origine: da quella in cui un sottoposto di Francis Drake, che stava assediando con i suoi corsari La Havana nel 1536, avrebbe creato, usando ingredienti autoctoni, tra cui zucchero di canna e rum, una bevanda, "Draque", in onore del suo capitano, fino a quella che vedrebbe essere suo inventore Atilio de la Fuente, barista de La Bodeguita del Medio, all'epoca del proibizionismo americano.
Quella che è diventata poi famosa come la bevanda preferita dallo scrittore Hemingway, è ad oggi sicuramente uno dei simboli più conosciuti della cultura cubana all'estero.
Mi piace pensare che non abbia nulla a che vedere con l'immagine di un cocktail solo molto modaiolo, ma che possa essere un intruglio di odori e sapori, più in sintonia con un vecchio e scricchiolante tavolaccio di legno da osteria che ad un locale d'aperitivo, fatto anche di storie, luoghi e volti che solo i quei posti potevano nascere.
Come ogni cosa fortemente legata ad un territorio, per quanto la globalizzazione l'abbia diffusa (o straziata) a macchia d'olio, per sentirne la magia bisognerebbe andare esattamente là dove esiste questo legame.
Per ora mi limito a far crescere in modo casalingo e orgoglioso parte della materia prima ricordandomi di tenerla regolarmente innaffiata. A questo punto diventa totalmente irrilevante che io sia astemia e che quelle vendutemi da toscani e goliardici vivicultori all'ultimo festival del verde, non siano davvero foglie di hierba buena, ma di semplice e banale menta, deridente beffarda delle mie ingenue speranze.
Nel periodo dell'anno per me più denso, lavorativamente parlando, ho clamorosamente disertato questo mio posticino di "pace". Nel frattempo è arrivata l'estate e con lei l'odore delle giornate di sole caldo e la voglia di far tardi alla sera, il profumo del basilico e quello pungente della menta.
Si aprono le finestre e le porte, si tergiversa appollaiati sui balconi ad osservare le stelle come me ora, con l'esatto desiderio che qualcosa possa e debba cambiare, che a volte basti chiudere gli occhi e crederci perchè questo avvenga.
Come un incantesimo.
Questo mi diverte molto, sebbene in realtà siano tantissime le leggende che si contenderebbero la sua origine: da quella in cui un sottoposto di Francis Drake, che stava assediando con i suoi corsari La Havana nel 1536, avrebbe creato, usando ingredienti autoctoni, tra cui zucchero di canna e rum, una bevanda, "Draque", in onore del suo capitano, fino a quella che vedrebbe essere suo inventore Atilio de la Fuente, barista de La Bodeguita del Medio, all'epoca del proibizionismo americano.
Quella che è diventata poi famosa come la bevanda preferita dallo scrittore Hemingway, è ad oggi sicuramente uno dei simboli più conosciuti della cultura cubana all'estero.
Mi piace pensare che non abbia nulla a che vedere con l'immagine di un cocktail solo molto modaiolo, ma che possa essere un intruglio di odori e sapori, più in sintonia con un vecchio e scricchiolante tavolaccio di legno da osteria che ad un locale d'aperitivo, fatto anche di storie, luoghi e volti che solo i quei posti potevano nascere.
Come ogni cosa fortemente legata ad un territorio, per quanto la globalizzazione l'abbia diffusa (o straziata) a macchia d'olio, per sentirne la magia bisognerebbe andare esattamente là dove esiste questo legame.
Per ora mi limito a far crescere in modo casalingo e orgoglioso parte della materia prima ricordandomi di tenerla regolarmente innaffiata. A questo punto diventa totalmente irrilevante che io sia astemia e che quelle vendutemi da toscani e goliardici vivicultori all'ultimo festival del verde, non siano davvero foglie di hierba buena, ma di semplice e banale menta, deridente beffarda delle mie ingenue speranze.
Nel periodo dell'anno per me più denso, lavorativamente parlando, ho clamorosamente disertato questo mio posticino di "pace". Nel frattempo è arrivata l'estate e con lei l'odore delle giornate di sole caldo e la voglia di far tardi alla sera, il profumo del basilico e quello pungente della menta.
Si aprono le finestre e le porte, si tergiversa appollaiati sui balconi ad osservare le stelle come me ora, con l'esatto desiderio che qualcosa possa e debba cambiare, che a volte basti chiudere gli occhi e crederci perchè questo avvenga.
Come un incantesimo.
Ingredienti:
- 2/3 cucchiaini di zucchero di canna bianco
- 1 lime
- 8/10 foglie di hierba buena o menta
- 40/70 ml di rum bianco cubano
- ghiaccio spezzato grossolanamente (non tritato)
- soda o acqua tonica
Versate in un bicchiere bello alto (tumbler) lo zucchero e il succo di mezzo lime. Mescolate bene per sciogliere lo zucchero, quindi aggiungete le foglie di hierba buena (o menta) e con un pestello schiacciatele delicatalemente. Riempite il bicchiere con il ghiaccio, quindi aggiungete il rum e per ultimo la soda. Mescolate il tutto (se avete lo shaker ancora meglio) e servite con 1/2 lime tagliato a fettine e altre foglie di menta.
Accortezze: preferisco usare il succo del lime e non pestarlo direttamente visto che così facendo si rischierebbe di estrarre l'amaro dalla buccia, come, per lo stesso motivo, meglio trattare con delicatezza anche le foglie della menta.
p.s.: se siete astemi, come me, non disperate e dilettatevi in un Virgin Mojito eliminando il rum e sostituitelo della soda al limone
p.p.s.: il caldo vi distrugge? provate a preparalo in versione ghiaccioli
Aggiudicata versione ghiaccioli per astemi... meglio, per bambini.
RispondiEliminaClaudette
Altro che per bambini Claudette! A me piacciono da morire!!! Volevo provare a farli anche al basilico...vedremo ;)
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