martedì 30 agosto 2016

Amatriciana







































"Hello darkness my old friend,
I've come to talk with you again
Because a vision softly creeping
left it's seeds while I was sleeping
And the vision that was planted in my brain
still remains, within the sounds of silence..."
(Simon & Garfunkel, The Sound of Silence)


Le 3,38 e i miei occhi si sono inspiegabilmente aperti mentre mi trovavo a letto.
Ogni volta ho la sensazione di svegliarmi un attimo immediatamente prima, ma forse è solo suggestione. 
Quello che invece non lo è, è il silenzio, non per forza legato alla notte (sembra capitare sempre di notte!) e il rumore che ne segue. Niente altro al mondo ha quel rumore. Di ruggito lontano.
Quello che ne è seguito sono stati  una manciata di secondi senza fine. Non so spiegare come sapessi con assoluta certezza che non stava accadendo sotto casa mia, ma la prima scossa è durata così tanto che ho fatto in tempo a chiedermi dove diavolo stesse causando dolore.
Tre giorni fa ad Amatrice si sarebbe scesi in piazza per festeggiare il 50° dell'annuale sagra dell'amatriciana. Ma Amatrice da quella notte non c'è più.
E' quasi un anno che ho fatto le foto a questi bucatini e mi riprometto, tenendole nel "cassetto" di scriverne un post. Sembrava non essere mai il momento. Forse non era il momento.
E' passata una settimana e in questi giorni di cose se ne sono dette, tante, troppe. 
Inutile e malato rumore a vanvera. Dimenticandosi che probabilmente la risposta migliore sarebbe stato il silenzio. Ma per fortuna per qualcuno che ha parlato, qualcun'altro ha taciuto, per qualcuno che ha puntato il dito, qualche altro ha allungato una mano. Ognuno come poteva.
Un prelievo, una donazione, una raccolta di viveri. Infine una piccola, forse sembrerebbe frivola, iniziativa, quelle di alcuni ristoratori, di mettere in menù l'amatriciana e devolverne una parte dei proventi. Ma ogni mano tesa non è mai frivola. #AMAtriciana #unfuturoperamatrice
Cucinare è un atto d'amore: mi piace pensare che se il paese di Amatrice sia rimasto solo un puntino sulle cartine geografiche, continui però a vivere in questo piatto. 
Nella storia che racconta, nelle mani di chi l'ha cucinato e in chiunque continuerà a farlo.

*Ingredienti:
  • 500 gr di bucatini o spaghetti
  • 125 gr di guanciale
  • 400 gr di polpa di pomodoro (o 6-7 pomodori San Marzano)
  • un goccio di vino bianco secco
  • 100 gr di Pecorino Romano
  • peperoncino (fresco o secco)
  • sale
  • olio evo (facoltativo)
*(ps: dal sito ufficiale del Comune di Amatrice)

Eliminate la cotenna e tagliate il guanciale (io preferisco tenerlo non troppo piccolo) e fatelo sudare in una padella con un pizzico di peperoncino (io tendo a non aggiungere olio dal momento che il guanciale tirerà fuori parecchio grasso). Quando sarà rosolato (non bruciato mi raccomando che altrimenti sarebbe troppo secco), sfumatelo con del vino bianco e aggiungete la polpa di pomodoro (la ricetta tradizionale vorrebbe pomodori San Marzano tagliati a listarelle e privati dei semi). Nel frattempo fate cuocere la pasta in abbondante acqua bollente e salata, scolatela al dente e rovesciatela nel sugo. Mantecate bene a fuoco spento con abbondante pecorino romano Dop.


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