Questi fiori di ciliegio
hanno riportato al pensiero
tante memorie
(Bashō Matsuo, 1644 – 1694)
Negli ultimi anni trovo sempre più elettrizzante verificare l'arrivo della primavera, nei primi germogli e nell'aria che profuma di fiori. Nel letargo invernale che lascia poco a poco spazio alla voglia di pulizie, di rinnovamento e di nuove attività parimenti alle giornate che si allungano sempre più.
Così nel giro di una manciata di settimane è arrivata una camera da letto finalmente rimbiancata di fresco e la voglia di liberarmi di cose inutili e vecchi fardelli, dei narcisi spuntati sul terrazzino dai bulbi comprati l'anno scorso e il ritiro della tazza che ho realizzato il mese scorso durante il mio primo incontro con il mondo della ceramica*. Inutile dire che è diventata immediatamente la mia tazza preferita, quella per il cappuccino della mattita e per il tè del pomeriggio. Trovo ogni sua imperfezione unica come i petali di un fiore o le foglie di un albero. E piena dello stesso amore che spingeva mio nonno le domeniche mattina d'autunno ad accompagnarmi da bambina ad ammirare in centro a Verona i due enormi gingko dalle foglie dorate.
(*un grazie speciale a Sigrid Ceramics e al maestro Paolo, che quando ho estratto dalla borsa i miei stampini a foglia per biscotti, mi ha sorriso e incoraggiato le mie idee!)
***
Ingredienti (8-10 dischetti, quindi 4-5 dorayaki circa):
- 2 uova
- 45 g di zucchero semolato
- 1 cucchiaio di miele
- 1 cucchiaino di estratto di vaniglia
- 50 ml di acqua
- 100 g di farina
- 1 cucchiaino di lievito
- olio di semi qb
- 150 g di anko (confettura di fagioli rossi azuki)
In una ciotola, aiutandovi con una frusta, sbattete le uova con lo zucchero, il miele e un cucchiaino di estratto di vaniglia. Quando sarà tutto ben amalgamato, aggiungete la farina con il lievito setacciati e cerca di mescolare il tutto evitando i grumi. A questo punto aggiungete l'acqua e mescolate ancora. Il composto dovrà risultare fluido, ma non troppo liquido. Ungete appena una piccola padella antiaderente o una crepiera, se l'avete (basterà sporcare con una goccia d'olio aiutandovi con uno scottex la superficie per il primo dorayaki), fatela scaldare e versate al centro mezzo mestolo di pastella. La consistenza la dovrebbe comunque far espandere in modo naturale. Quando compariranno delle bollicine sulla superficie sarà il segnale per girare il dischetto, aiutandovi con una spatola, e farlo cuocere sull'altro lato, in modo che assuma un bel color caramello. Disponete al centro, evitando i bordi, un cucchiaio di anko, quindi, appena sarà pronto un secondo dorayaki, potrete posizionarlo sopra a raviolo e chiudere i bordi tra loro premendoli delicatamente in modo da farli aderire. Consiglio perciò di farcire e chiudere i dorayaki ogni volta che le due parti saranno pronte, così che aderiscano meglio grazie alla loro umidità.
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