L'ultimo fine settimana l'ho dedicato a ritrovare la buona abitudine di sporcarmi le mani... e così ritrovare anche un po' me. Che sia affondandole in impasti di lievito e farina o in impasti creativi fatti di ceramica e nuove entusiasmanti possibilità. Negli ultimi mesi ho dedicato molto del mio tempo libero al creare con le mani, all'intrecciare e districarmi nei meandri dell'uncinetto, trovandolo spesso una attività rilassante e quasi ipnotica a tratti. Ma la conseguenza è stata il trascurare pesantemente la cucina, il mio lievito soprattutto e, in modo ancor più evidente, la ricerca della parola scritta come chiara concretizzazione dei miei pensieri. Mi sono accorta che succede ciclicamente quando sono sommersa da troppi pensieri, confusi e ingarbugliati a tal punto da faticare in modo inverosimile e trovare il bandolo della matassa, ma anche quando i pensieri risultano per la maggior parte così sereni e lievi, al limite del "banale", da non rendersi necessario forzare la scrittura, ma limitarsi a vivere la vita con leggerezza, mettendo decisamente in secondo piano le vetrine un po' superficiali a cui ci abituano i social.