giovedì 30 ottobre 2014

Le dita di Strega

"...La Perfida Strega emise un urlo di paura 
e poi sotto gli occhi di Dorothy cominciò a rimpicciolirsi e a barcollare.
"Guarda cos'hai fatto!" gridava, "Non lo sapevi che l'acqua mi avrebbe distrutta? 
Fra un minuto sarò tutta sciolta! Guarda, ecco, è finita!".
 E con queste ultime parole la Strega colò a terra, 
trasformata in una massa marrone senza forma che si sparse sul pavimento." 
(Il Meraviglioso Mago di Oz)

Non sono filo-americana nè filo-nessun'altra cosa, ma mi filo solo ciò che piace a me!
Poco mi interessa che non faccia parte della nostra tradizione e nemmeno che sia una festa importata solo a fini commerciali (pensando a San Nicola vestito di rosso-Coca Cola invito chiunque a chiedersi quale festa ormai non lo sia!)...ma io cresciuta tra fiabe, racconti e tante storie, immersa tra immagini, colori e i tanti vestiti che uscivano quasi per magia dalla macchina da cucire di mia nonna...adoro tutto ciò che mi riporta ad un "c'era una volta" e ad una atmosfera incantata, tutto ciò che mi dà una scusa per giocare con la fantasia e tramutare il mio piccolo mondo in ciò che normalmente non è, me compresa.
Questo è tutto ciò che ho da dire a riguardo.
A questo punto, dopo che con questo mi sarò giocata una buona parte di voi, mi rivolgerò alla parte nerd più convinta, i filo-americani, gli ossessionati dei party a tema...o più semplicementi a quelli un po' matti come la sottoscritta: Voi, miei prodi, sappiate che siete giusto in tempo per una bella infornata di macabre, ossute, ma dolcissime dita di strega. Allieterete grandi e piccini, i "Dolcetto o Scherzetto" dell'ultima ora...e vi assicuro pure quelli " Halloween?!? Io mai!" che, pur storcendo il naso, appena aprirete il forno, una "smozzicatina" ad un dito gliela darebbero volentieri!!!
(p.s.: io domani li puccio nel tè!)

lunedì 13 ottobre 2014

Cocktail d'autunno melagrana e pompelmo al profumo di zenzero







































"Pies para que los quiero, si tengo alas pa’ volar"
Frida Kahlo
 
Non so cosa mi renda tanto fastidioso questo giorno da pochi anni a questa parte e, per una che si sentiva vecchia da teenager e teenager ora, non sono gli anni che passano. Quelli passano per tutti!
Probabilmente un po' l'idea che dovrebbe a tutti i costi essere un giorno speciale e invece, molto amaramente, mi ritrovo a preparare io torte e dolcetti per i compleanni degli altri...e sempre io al compleanno mio! Ma dopo essermi ribellata tanto all'idea che il mesto giorno arrivasse, quello comunque è arrivato. 
E poco è valsa l'idea di poter far finta di nulla e sperare che nessun altro se ne accorgesse, visto che a metà pomeriggio tra fb e messaggi vari gli auguri avevano ormai oltrepassato l'ottantina. 
Così ho scelto una seconda strada. Tutta mia.
Oggi brindo!
Brindo a tutti gli auguri ricevuti e che riceverò, a chi mi vuole bene e a chi me ne vorrà.
Brindo agli amici che si sono ricordati di me e a quelli più smemorati, dal momento che io spesso sono come loro. Brindo al potere dei social che (meno male!) ti fa ricordare le date e la facilità con cui ti fa arrivare messaggi da ogni parte del mondo, anche dalle persone che più ti stanno lontane.
Brindo alla mia famiglia, al modo in cui, anche silenziosamente, nonostante la distanza, riesce ad amarmi ogni giorno...perchè all'amore, quello vero, non servono parole.
Ma più di ogni altra cosa brindo a me.
Oggi brindo al raddoppiamento del 3 all'anagrafe e al divertimento che provo nel vantarmi della mia età davanti a persone che me ne danno sempre meno (mi chiedo quanto durerà questa pacchia!)
Brindo alla persona che sono stata e a quella che sono diventata. Brindo alla mia forza e alla mia tenacia, brindo alle mie capacità, alla mia grande voglia di fare e alla mia proverbiale pigrizia che, secondo me, non esiste più, travolta dall'entusiasmo. Brindo alle cose che faccio per passione e a quelle in cui la passione ho dovuto inventarmela, al fatto che ad abbandoni e dolori abbia risposto sorridendo di più e che in tanti cambiamenti abbia sempre e comunque ritrovato una strada. 
Brindo perchè mi guardo allo specchio e mi trovo più bella oggi di quanto non lo sia mai stata.
Oggi quindi brindo a me in una giornata qualsiasi, ma che qualsiasi non è.

venerdì 3 ottobre 2014

Torta Russa e la seconda candelina







































Non fatevi trarre in inganno dal nome perché questo è un dolce tipico veronese.
Ebbene sì,  non esiste una pasticceria del centro che non abbia esposta in bella vista questa torta, non di grande bellezza intendiamoci, ma che i miei concittadini sanno come non si possa non amare per il felicissimo matrimonio tra un friabile e burroso guscio e un ripieno soffice e profumato di mandorle e amaretti.
A ennesima riprova che le cose migliori non necessariamente si impomatano di creme e zuccheri colorati, di glasse luccicanti e colate di sciroppi, ma il più delle volte si nascondono dove meno te l'aspetti, in croste insignificanti e superfici stortignacole.
Quasi non ci credo che questo piccolo blog sia arrivato a spegnere la seconda candelina e nemmeno d'essere ancora qua a scrivere parole che pensavo, in tutta sincerità, avrei esaurito mestamente dopo pochi mesi. Certo non sono sempre presente quanto vorrei e mi accorgo come alcuni periodi siano stati decisamente più "pigri" rispetto le iniziali cariche partenze, ma il mio viaggio sembra continuare.
Vista l'occasione avrei forse potuto presentarvi ricette più laboriose (?!?), ma ho pensato fosse bello ricordare oggi le mie origini, perchè per quanto un viaggio sia lungo penso sia sempre importante tenere a mente quale sia la partenza. Così che qualunque sia il percorso fatto o quello che si farà si abbia sempre un posto sicuro a cui tornare.
Tanti auguri piccolo "macinino"!

mercoledì 1 ottobre 2014

Flognarde di prugne (ma non era un Clafoutis?)







































Il clafoutis, quello vero, originale, con le ciliegie, ve l'avevo già presentato. 
E' un dolce francese, diffusosi dalla zona di Limousin e che tradizione vuole fosse preparato con le ciliegie selvatiche, tenute intere con tanto di nocciolo, per essere un tipico pasto dei contadini che lo portavano in saccoccia per poterlo gustare durante le dure giornate di lavoro.
Facile pensare che se è davvero una tradizione contadina, preveda certamente l'uso di frutta di stagione...e quando non ci sono più ciliegie? pesche, mele, uva...ma allora il nome cambia e diventa "flognarde".
Sarà l'arrivo a Roma del mio papà, che al terzo anno di pellegrinaggio sta concludendo la Via Francigena, portandomi forse nella capitale una leggera idea di Francia (e probabilmente un bel po' di polvere sotto le suole), sarà che nonostante il caldo, le giornate si accorciano e anche se a malincuore dovrò salutare pure le ultime prugne, ma corro ai ripari e ve lo propongo bello tiepidino, in tutta la sua bontà. 
Penso potrebbe fare la sua figura anche nella saccoccia dei pellegrini!

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