«Al
terzo giro tirano molti razzi, i quali sono longhi un palmo che di poi
sono andati in alto con una longha coda e che par gli habbino finito,
schioppano, e mandan fuori sei o otto razzetti per uno, nella maggiore
sommità del castello, dove è l’Angelo attaccato à l’arboro del
stendardo, adattato una forma d’una grande stella, che contiene molti
razzi»
(Vanoccio Biringuccio, De la Pirotechnia)
A Roma nel 1481 in onore di Papa Sisto IV diede inizio alla tradizione della Girandola a Castel Sant'Angelo.
Lo spettacolo di fuochi pirotecnici, che richiamava spettatori da tutta Europa, si racconta che fosse stato ideato addirittura da Michelangelo, per poi essere perfezionato nel movimento scenografico da Gian Lorenzo Bernini e utilizzato per celebrare i principali eventi e festività religiose dell’anno, come la
Santa Pasqua, l’incoronazione
del nuovo Papa e la ricorrenza dei Santi Pietro e Paolo, l'unica arrivata fino a noi.
Di quella "Maraviglia del Tempo" è rimasta la composizione dei brillanti colori Rinascimentali, che proprio nella sera del 29 giugno illuminano di infiniti riflessi l'acqua del Tevere su cui si specchia il Castello.
La maestosità della roccaforte, la suggestione dei numerosi angeli di pietra che sul ponte principale gli fanno da cornice, l'abbraccio di un fiume che sembra non scorrere e l'attesa del calare della sera.
Improvvisamente dimentico la calca che mi circonda, dimentico di essere in piedi da almeno un'ora, dimentico l'antipatico parlottare o il trafficare continuo tra cavalletti e macchine appostate, dimentico pure di essere in pieno centro cittadino, che dovrò poi affrontare per uscire sana e salva dalla ressa selvaggia di automobili e strombazzamenti...è una giornata importante per me e sotto il fiero sguardo dell'Arcangelo Michele con la spada sguainata il cielo si illumina.
Il 29 giugno Roma festeggia e anche io.