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lunedì 30 giugno 2014

Girandole al Cacao e a Castel Sant'Angelo

«Al terzo giro tirano molti razzi, i quali sono longhi un palmo che di poi sono andati in alto con una longha coda e che par gli habbino finito, schioppano, e mandan fuori sei o otto razzetti per uno, nella maggiore sommità del castello, dove è l’Angelo attaccato à l’arboro del stendardo, adattato una forma d’una grande stella, che contiene molti razzi»
(Vanoccio Biringuccio, De la Pirotechnia)

A Roma nel 1481 in onore di Papa Sisto IV diede inizio alla tradizione della Girandola a Castel Sant'Angelo.
Lo spettacolo di fuochi pirotecnici, che richiamava spettatori da tutta Europa, si racconta che fosse stato ideato addirittura da Michelangelo, per poi essere perfezionato nel movimento scenografico da Gian Lorenzo Bernini e utilizzato per celebrare i principali eventi e festività religiose dell’anno, come la Santa Pasqua, l’incoronazione del nuovo Papa e la ricorrenza dei Santi Pietro e Paolo, l'unica arrivata fino a noi.
Di quella "Maraviglia del Tempo" è rimasta la composizione dei brillanti colori Rinascimentali, che proprio nella sera del 29 giugno illuminano di infiniti riflessi l'acqua del Tevere su cui si specchia il Castello.
La maestosità della roccaforte, la suggestione dei numerosi angeli di pietra che sul ponte principale gli fanno da cornice, l'abbraccio di un fiume che sembra non scorrere e l'attesa del calare della sera. 
Improvvisamente dimentico la calca che mi circonda, dimentico di essere in piedi da almeno un'ora, dimentico l'antipatico parlottare o il trafficare continuo tra cavalletti e macchine appostate, dimentico pure di essere in pieno centro cittadino, che dovrò poi affrontare per uscire sana e salva dalla ressa selvaggia di automobili e strombazzamenti...è una giornata importante per me e sotto il fiero sguardo dell'Arcangelo Michele con la spada sguainata il cielo si illumina. 
Il 29 giugno Roma festeggia e anche io.

sabato 28 giugno 2014

Insalata con ciliegie, rucola e ricotta







































Non ci si crede ma l'aria di vacanza mi rimette al mondo, fa sparire vomitevoli scatoloni, ridipinge pareti e rigenera il terrazzino. Anche le piante ringraziano. La muffa della parete un po' meno.
E dopo essermi attivata come un rullo compressore, in un breve week end al mare lontano dalle fatiche cittadine, ringrazio anch'io!
Grazie estate che anche quando porti tragedie, traslochi, caldi africani e zanzare, mi regali tanta luce e voglia di fare. E gioia nel piatto senza dover per forza accendere forno e fornelli (lasciamo perdere che io li accendo lo stesso!!!). Se la voglia di mare m'è rimasta attaccata addosso come la sabbia sul costume umido, quella di ciliegie non se n'è mai andata.
Per la serie: "la sagra delle ciliegie continua", "voglio morire mangiando ciliegie" ed "è risaputo che una tira l'altra"...provatele in insalata!

giovedì 26 giugno 2014

Crostata di ciliegie e crema







































Una latitanza lunga, troppo. Un'astinenza da cucina, da scrittura, da pensieri leggeri. 
Un tempo infinito, troppo. Fatto di lavoro, teatro, aghi e fili, lezioni, prove e stage, scatoloni ancora parcheggiati e casa più incasinata che mai. Pensieri "doverosi", inevitabili precedenze e letarghi più o meno forzati. Ma tutto ha una fine e tutto ha un inizio.
Così nel frattempo è arrivata l'estate
Serate calde, finestre aperte, notti lunghe e balli a piedi scalzi. Una panchina di pietra sotto casa e la voglia di rimaner fuori a contare le stelle. Nell'aria profumo di gelsomino e sulle dita quello delle foglie di menta.
Notti dense e stracolme di ricordi ma la voglia di tenere solo quelli belli. E questa torta è uno di quelli.
Un ricordo di un inizio, di un'accoglienza sorridente, di apprezzamenti sentiti, di golose leccatine di dita, di musica in testa e felicità a morsi. Di un "non so cosa cavolo c'hai messo dentro ma..."
Forse solo una manciata di ciliegie e tanto amore.