"La rotonda, suprema
e celestiale anguria.
È il frutto dell’albero della sete.
È la balena verde dell’estate. (...)
Oh pura,
nella tua abbondanza
si sciolgono rubini
e uno
desidera
morderti
affondando
in te
la faccia,
i capelli,
l’anima!"
(Pablo Neruda, Ode all’anguria)
Il frinire delle cicale fino a tarda sera, lo sventolio dei ventagli di ogni sorta e colore, bermuda troppo corte sotto improbabili canotte, ciabatte di plastica se non piedi nudi e una fresca, freschissima fetta di anguria, di quelle da addentare a due mani tendendo gomiti e gambe larghe per evitare di sbrodolarsi.