giovedì 25 marzo 2021

Pizza 2.0


”O bella, bella de le maiorane famme la pizza quanno fai lo pane!”
(Sonetto anonimo del XV sec)


Prima ancora del pane, il mio vero esordio con un impasto lievitato fu almeno 20 anni fa, quando in campeggio a Vieste le amiche pugliesi mi insegnarono a fare i panzerotti. Era un impasto a più mani che veniva amalgamato, steso, farcito e richiuso a staffetta, per poi finire gloriosamente tuffato nell'olio di frittura per ustionar...deliziare i palati di noi giovani adolescenti in villeggiatura. 
Quell'impasto è stato poi rifatto più e più volte e trasformato in pizza. 

lunedì 8 marzo 2021

Gnocchetti Mimosa con ricotta, curcuma e limone








































“Le donne hanno sempre dovuto lottare doppiamente. 
Hanno sempre dovuto portare due pesi, quello privato e quello sociale. 
Le donne sono la colonna vertebrale delle società.”
(Rita Levi Montalcini)


Io faccio un lavoro in cui gli uomini sono la minoranza e per cui il Dizionario prevede da sempre il genere femminile. Sono professoressa, non professore.
Eppure il mio viso, la mia eterna aria da ragazzina, ha sempre fatto sì, anche alla soglia dei 40, che chi non mi conosce e mi chiede del mio lavoro, finisca con il chiedermi: "Ah insegni? Alla materna o alle elementari?". Evidentemente, essere professori nell'immaginario collettivo spetta solo alle signore âgée o...agli uomini. 
Ho passato io stessa diverso tempo a difendere delle parole che la lingua italiana non ha mai declinato al femminile, ripetendomi che in quel caso sarebbe stata una inutile forzatura che stonava al mio orecchio come qualsiasi creativo participio passato del verbo "splendere". 

venerdì 5 marzo 2021

Pane al Tè








































"Sbagliamo a credere che la nobiltà del pane risieda nel fatto che basta a sé stesso e al contempo accompagna qualsiasi pietanza. Se il pane "basta a sé stesso" è perché è molteplice, 
non nel senso delle sue tante tipologie, ma per la sua essenza stessa giacché 
il pane è ricco, è vario, il pane è un microcosmo." 
(Muriel Barbery, Estasi culinarie)


Esattamente un anno fa come oggi le scuole chiudevano ufficialmente i battenti e pochi giorni dopo veniva decretato un lockdown totale che ci ha tenuti barricati in casa per mesi. 
A un anno di distanza è triste constatare che poco (o niente) è cambiato: le scuole lottano strenuamente per tenere aperto tra mille cambi di decisioni, "strega comanda color" e sfumature regionali e, dopo la sorpresa e la paura, siamo passati gradatamente a sconforto, rassegnazione e tanta, tanta, tanta stanchezza. A volte mi sale anche una indescrivibile rabbia e la sensazione che mi sia stato rubato un anno. Un anno di vita, di esperienze nuove, di cose da vedere, da fare, da imparare...e che nessuno mi potrà ridare indietro questo tempo, anche se in realtà nessun tempo è veramente perso.
Allora mi difendo mollando tutto e correndo tra le diverse farine che popolano la mia dispensa (che continuano a essere di più delle mie scarpe) e dal mio caro lievito, amico fedele ormai da quasi 8 anni. 
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