Ebbene sì! Rullino i tamburi e squillino le trombe: dopo tanti e svariati esperimenti di panificazione, farine raffinate o meno, lieviti di birra, freschi, secchi, yogurt, aceti e bicarbonati vari, ieri pomeriggio ho partecipato ad un corso di panificazione con il lievito madre!!! E' stato per me non solo interessante e sicuramente proficuo (visto che ora nel mio frigo riposa nel suo vasetto un "pupetto" che attende la prossima panificazione), ma emozionante a dir poco. In occasione del SoulFood, all'interno della manifestazione, i proprietari di "Q.B.", un curioso negozio romano del Pigneto, coraggiosi promotori della vendita di prodotti "sfusi e alla spina" (che non mancherò sicuramente di andare a trovare appena possibile), collaborando con l'Azienda Agricola Poggi, proprietari del mulino che li rifornisce di farina, bella, genuina, vera, hanno organizzato questo affascinante corso. Annalisa, la curatrice, parlandoci della sua esperienza e storia personale ci ha raccontato una delle storie più belle che esistano, fatta di famiglia, amore delle tradizioni, e passione...tanta. Una passione che ha portato, alla morte della nonna, una nipote a tener vivo un mucchietto di lievito madre trovato dietro alle ante di una cucina, a farlo crescere fino a diventare l'orgoglio del Forno Kentos di Orroli (Sardegna), e infine a giungere a noi. Noi, gruppo di novellini e non, appassionati o solo curiosi, riuniti ieri attorno ad un tavolo in attesa di scoprire le alchimie nascoste dietro ad un lievito vecchio di trecento anni, le magie della lievitazione naturale, le emozioni di far parte di un rito vecchio di secoli e la bellezza e poesia di gesti così veri e genuini.
Che odore ha il lievito madre? Che sapore ha un pane così?
A voi magari poterlo scoprire...
A me rimangono i ringraziamenti: grazie ai proprietari di "Q.B.", grazie all'esperienza del sig. Poggi e al suo mulino, grazie ad Annalisa panificatrice appassionata, grazie a Clara di Bòn Appetit, senza la quale non sarei mai venuta a conoscenza di questo favoloso evento e con la quale ho condiviso l'emozione, al suo ragazzo Riccardo per le foto e grazie al mio coinvolto compagno di esperienze improbabili, che finge di venir "trascinato" nella mischia, ma che, già finito oggi il suo pane, non vede l'ora di rimettere le mani in pasta come me.(27 maggio 2013)