"E quel buon uomo di Geppetto, cavato fuori un coltellino, e armatosi di santa pazienza, sbucciò le tre pere, e pose tutte le bucce sopra un angolo della tavola.
Quando Pinocchio in due bocconi ebbe mangiata la prima pera, fece l’atto di buttar via il torsolo: ma Geppetto gli trattenne il braccio, dicendogli: «Non lo buttar via: tutto in questo mondo può far comodo»."
(C. Collodi, Pinocchio)
Abbiamo talmente tanta paura del bianco del foglio che, appena impariamo a usare i colori, scordiamo quanto sia fondamentale. Come le pause nella musica, come il silenzio quando le parole sembrano troppe o mai quelle giuste.
E' così strano come la vita a volte tenda a confonderci sul peso delle cose, a rendere difficile discernere tra ciò che è importante e ciò che è superfluo e può essere spazzato via con un colpo di spugna o gettato al vento senza troppo pentimento, a farci scordare che le cose importanti magari sono quelle che rimangono incastrate con la polvere negli angoli dei cassetti, come l'odore del caffè nel barattolo vuoto o un segno sul viso una volta tolto il trucco.
E' così strano come la vita a volte tenda a confonderci sul peso delle cose, a rendere difficile discernere tra ciò che è importante e ciò che è superfluo e può essere spazzato via con un colpo di spugna o gettato al vento senza troppo pentimento, a farci scordare che le cose importanti magari sono quelle che rimangono incastrate con la polvere negli angoli dei cassetti, come l'odore del caffè nel barattolo vuoto o un segno sul viso una volta tolto il trucco.
Hanno pazienza, le cose importanti. Sanno attendere il loro momento anche sotto strati di superficiale verniciatura e laccature approssimative.
Sono ironiche. A volte si insinuano e si nascondono, passando inosservate, ma se davvero importanti rimarranno solide e inscindibili come le radici alla chioma di un albero.
Sono generose, si legano, si stringono e si piegano, per non togliere mai spazio ad altro. Le cose importanti non tolgono, danno.
Hanno resilienza. Si fanno più piccole, minuscole, a volte mutano pure forma, pur di continuare ad esistere. Rimasugli di cera che si fondono in una nuova candela, trucioli di legno che alimentano il fuoco del camino, aria che diventa suono.
E quando anche l'ultimo semino del sacchetto sarà stato gettato ai colombi, la tasca non sarà davvero vuota. E' lì che si troverà la memoria. Lì che ci sarà l'amore.
Sono ironiche. A volte si insinuano e si nascondono, passando inosservate, ma se davvero importanti rimarranno solide e inscindibili come le radici alla chioma di un albero.
Sono generose, si legano, si stringono e si piegano, per non togliere mai spazio ad altro. Le cose importanti non tolgono, danno.
Hanno resilienza. Si fanno più piccole, minuscole, a volte mutano pure forma, pur di continuare ad esistere. Rimasugli di cera che si fondono in una nuova candela, trucioli di legno che alimentano il fuoco del camino, aria che diventa suono.
E quando anche l'ultimo semino del sacchetto sarà stato gettato ai colombi, la tasca non sarà davvero vuota. E' lì che si troverà la memoria. Lì che ci sarà l'amore.
***
Ingredienti:
- 4 pere Coscia (o piccole Martin Sec)
- 75 gr di farina
- 30 gr di cacao amaro
- 120 gr di zucchero di canna integrale
- 100 gr di burro
- 150 gr di cioccolato fondente
- 2 uova
- 10 gr di lievito
- 1 cucchiaio di estratto di vaniglia
- 2 cucchiai di rum
- 1 pizzico di sale
Sciogliete a fuoco dolce (o a bagnomaria se preferite) il burro con 100 gr di cioccolato. Togliete dal fuoco e appena intiepidito unite le uova, l'estratto di vaniglia e il rum, mescolando bene. Mescolate farina, cacao, lievito e un pizzico di sale unendoli al composto umido e amalgamate in modo uniforme ma velocemente. Rivestite uno stampo da plumcake con della carta forno e versate il composto sul fondo. Sbucciate le pere tenendo il picciolo ma togliendo i peletti sul fondo. Disponete quindi le pere immergendole per metà nel composto (in cottura scenderanno ulteriormente) e cospargete la superficie della torta con il resto del cioccolato tritato grossolanamente al coltello. Cuocete in forno statico già caldo a 180° per 50 min, controllando la cottura con lo stecchino e prolungandola se necessario.
Grazie Michela! ❤
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