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mercoledì 11 maggio 2016

Torta di carote







































"...All day long I can hear people talking out loud
But when you hold me near, you drown out the crowd (the crowd)
Try as they may they can never define
What’s been said between your heart and mine (...)
You say it best..when you say nothing at all"
(Ronan Keating, When you say nothing at all)


Cosa fai tra l'1 e il 7 maggio?"
Avevo iniziato a preparare questo post una settimana fa. Poi mi sono fatta travolgere dagli eventi. 
Il primo dei quali è stato tirar fuori da sotto il letto la piccola valigia e riempirla.
Il seguito è stato di prenotazioni, biglietti, una visita alla Posta e l'acquisto di una mini guida praticamente perfetta in borsa accanto alla macchina fotografica. 
Una volta ogni tanto ho rimandato i miei doveri e pensato (non ve ne abbiate!) che fosse prioritario vivere le occasioni piuttosto che scriverne.
Il resto è arrivato da sè: un grande abbraccio di benvenuto, una tessera della metro, mappe da consultare, tanti chilometri da macinare e l'enorme emozione di trovarmi esattamente a distanza di 20 anni a fare ciò che non ero riuscita a fare allora.
Finalmente il cambio della guardia, le foto turistiche e quelle meno scontate, il grande Ben, i bus a due piani, le cabine telefoniche, metà dei miei libri d'arte appesi alle pareti, Soho, Covent Garden, Portobello rd., pomi d'ottone e manici di scopa. E gli artisti di strada, la caccia ai ravioli per tutta Chinatown, i ponti sul Tamigi, il rosso dei mattoni, i colori delle porte, i mercati, la scuola per bakers, cookies enormi, pie&mash, la confettura di rabarbaro che non mi hanno imbarcato, la soddisfazione enorme nello scoprire che la lemon curd originale è identica alla mia e passeggiare spienserati tra le case di Notting Hill trovandone decine potenzialmente stupende da abitare.
Potrei continuare la lista all'infinito ed accorgermi di aver ancora tante altre cose da ricordare, che forse nemmeno in centinaia di scatti, sono riuscita ad immortalare.
Tre giorni di fuga hanno tardato la pubblicazione, eppure questo post, messo in pausa, ora ha un sapore diverso. 
Niente topping nè noci in questa versione, ma una fetta di Carrot Cake a colazione, nel retro bottega di un piccolo caffè dall'accento italiano mi ricorda che le giornate di sole esistono anche a Londra.
Per i fortunati, per i temerari e per chi sa aspettare il proprio turno.
O semplicemente si ricorda di avere un passaporto per andarselo a prendere.


(Da Sorelle in pentola)
Ingredienti:
  • 300 gr di carote
  • 300 gr di mandorle
  • 300 gr di zucchero
  • 80 gr di farina
  • 4 uova
  • buccia grattuggiata di 1 limone
  • 1 bustina di lievito
  • sale
Mescolate i tuorli con la zucchero, unite le carote grattuggiate, le mandorle tritate, la buccia del limone, la farina e un pizzico di sale. Aggiungete quindi gli albumi montati a neve, mescolando delicatamente dal basso all'alto e infine il lievito. Cuocete in forno 40 min a 170°.


2 commenti:

  1. Brava. ... dall'alto dei miei 40 e passa (molto passa ) ti dico : non lasciare che le occasioni ti passino vicino, ma coglile tutte al volo , anche se non hai il passaporto. ..

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    1. Assolutamente! Ed è un consiglio valido per tutte le età...anche quelle "molto passa"). Un bacio!!!

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