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domenica 22 gennaio 2017

Canederli (Knödel)







































Nonna ci metteva salsicce e fegatini, io ho ceduto al mio amore per il più classico speck. 
Nonna li faceva di dimensioni epocali (roba che uno bastava a riempirti il piatto), io ho preferito riportarli alla loro grandezza "umana". 
Nonna li chiama "canedarli"...per tutto il resto del mondo sono "knödel". 
Ma la vera domanda è: perchè una nonna veronese avesse nel suo ricettario un piatto tirolese? 
Il vero motivo pare vada ricercato scavando quasi un secolo fa nel mio albero genealogico, quando, a metà del 1800, il mio bis bis nonno, cioè il mio quadrisavolo...emh, il bisnonno di mia nonna, tale "Devoancorascoprirecomesichiamava", lavorava per le ferrovie. Per quelle che allora erano ferrovie austriache, visto che Verona all'epoca era ancora sotto il dominio asburgico del buon Cecco Beppe. Quando poi fu spostato verso Rovereto (o giu di lì), la famiglia dovette adattarsi a cibi locali e la moglie imparò a cucinare i canederli.
Tutto racchiuso in uno smilzo mini quadernino di nonna, con qualche appunto di ricette che faceva più spesso: incredibile pensare quanto questa abbia unito tante generazioni e buffo leggere le sue frettolose spiegazioni casalinghe, ogni tanto passibili di varie interpretazioni. 
Dal canto mio, fin da piccola mi sono sempre limitata solamente ad amare le mega polpettone di pane della nonna e vederne, nella loro forma e nel loro gusto, un cibo del tutto confortante. 
Dal riciclo del pandoro a quello del pane, una ricetta molto saporita che vi aiuterà, ancora una volta, a non buttar via nulla in cucina...ricettari delle nonne compresi!
E se pure da bambina (un po' ancora adesso) al brodo non andassero le mie maggiori simpatie e preferissi la burrosa versione asciutta, in questo periodo di freddo il brodino caldo scalda più di una coperta di lana.
Grazie al mio quadrisavolo, al Tirolo e a Cecco Beppe!


Ingredienti (per 2 persone):
  • 2 panini (180 gr circa)
  • 2 uova
  • 100 ml di latte
  • 80 gr di speck
  • 1 cipolla piccola
  • 1 noce di burro
  • 1 cucchiaio di farina
  • 1 cucchiaio di grana
  • 1 cucchiaio di prezzemolo
  • 1 cucchiaio di erba cipollina
  • noce moscata
  • sale e pepe
  • brodo di carne
Tagliare il pane a piccoli dadini, sbattere le uova con il latte e ricoprire il pane lasciandolo assorbire per 30 min almeno, mescolando ogni tanto. A parte tritate la cipolla e a piccoli pezzi sottili lo speck, fare rosolare il tutto in un padellino con una noce di burro. Aggiungete speck e cipolla al pane ammollato, aggiungete farina, grana, prezzemolo, erba cipollina, una grattata di noce moscata e aggiustate di sale e pepe. Mescolate il tutto e con le mani umide fate delle grandi polpette di una decina di cm di diametro, ben ammassate, che spolvererete leggermente con delle farina. Meglio preparare i canederli la sera prima e farli riposare in frigo ben distanziati tra loro.
Fateli cuocere qualche minuto in brodo bollente e serviteli con un pizzico di erba cipollina fresca.
Se si preferisce, buoni anche asciutti conditi con un po' di burro e salvia.



8 commenti:

  1. Carissima, sono passata velocemente di qui l'altra sera, ora torno per gustarmi con calma la tua bella storia e i tuoi canederli. Quante cose in una ricetta: viaggi, spostamenti, ricordi...e che bello poter rievocare il tutto attraverso il blog! Ovviamente apprezzo, ovviamente spero di leggere altre ricette della tua nonna, che rivive con il sorriso -ne sono sicura- nella cucina del Macinacaffè! un abbraccio grande

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    1. Ero sicura che davanti a vecchi appunti di cucina e ricette di famiglia avresti fatto un sorriso. Come la mia nonna, che i giorni dopo ci ha tenuto a ricordare come a lei la ricetta sia arrivata dalla zia, che li cucinava al prete di cui era la perpetua. Un abbraccio affettuosamente ricambiato!

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  2. Purtroppo i miei nonni paterni non li ho mai conosciuti. Questa ricetta fa parte della storia di mio padre che li preparava frequentemente proprio con lo speck. Grazie per questo ricordo.

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    1. Che bello! Sono contenta di averti rievocato dolci ricordi :*

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  3. Non appartengono alla mia tradizione ma li adoro, evviva il quadrisavolo visto come ti sono venuti bene!Quanti ricordi in questo post, cosa può rievocare una ricetta vero!? Un abbraccio

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    1. Un sapore, ma soprattutto un odore, ha un potere rievocativo enorme! Ricambio l'abbraccio

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  4. un ricordo che è un pezzo di storia italiana ed una ricetta che lega tutte le nonne d'italia, maestre nell'arte del riciclo, capaci di trasformare avanzi insipidi e poco attraenti in piatti di grande robustezza e sapore. Al quadernino non so resistere nemmeno io... bravissima!

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    1. I quadernini manoscritti, pieni di cari errori e dolcezza infinita. Questo è tanto esile e striminzito, tanto per me prezioso! :)

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