Ritornata da pochi giorni alla casa base dopo un breve intermezzo in famiglia.
Per la stanchezza accumulata in questo periodo i giorni sembrano sempre troppo pochi, ma dopo essermi chiesta infondo perchè diamine io sia tanto stanca e dopo aver ascoltato chi preferisce le vitamine e chi il magnesio (ed essermi risposta che la mia pigrizia rimanda anche un doveroso giro in erboristeria), ho trovato una personale sempre valida scusante per poltrire più del dovuto nel weekend e per tornare a parlarvi della poesia della lentezza...almeno a colazione.
Questa ricetta, provata e straprovata con innumerevoli varianti, la tengo in saccoccia da diverso tempo e lo testimonia il fatto che nel frattempo è diventato il cavallo di battaglia di mia madre per poter sterminare banane annerite a forza di rimandarne il consumo, tanto che penso che l'inconfondibile profumo di questa torta mi abbia travolto quasi prima di varcare la soglia di casa.
Confesso: non cedo quasi mai all'acquisto delle banane e quando lo faccio so già che puntualmente me le ritroverò tristi, meste e "in fase di putrefazione" che mi "urlano" il loro malcontento. Ma ogni blog che si rispetti ha una sua versione del banana bread (anche più d'una...ma io sono andata sul sicuro affidandomi a
Foto e Fornelli) e una volta provato ne ho compreso il motivo: è una sorta di salvagente per banane-malcontente, un paracadute contro lo banana-sfracello, unica valida scusa per "compro le banane tanto se non mi va di mangiarle so che farne"...una vera roccaforte del riciclo insomma!!! E io che antipatizzo per le banane, ma guai a buttare, adoro il banana bread!
Ma soprattutto quel suo profumo intenso, miracoloso, quasi ipnotico, che fa capire quando aprire il forno con più certezza di ogni timer. Vi assicuro che non smetterete di comprar banane.