domenica 29 settembre 2019

Aberdeen Butteries e il momento giusto per vivere







































Due mesi. Quasi due mesi per elaborare la cosa e trovare le parole giuste per raccontarla. 
E dopo tutto questo tempo le uniche parole che riesco a dire sono ancora: "l'ho fatto!" 
Perchè io l'ho fatto...finalmente ho fatto un viaggio da sola. 
Completamente intendo. Dall'inizio alla fine.
A cui fa inevitabilmente seguito: "perchè diavolo non l'ho fatto prima?!" 
Cosa stavo aspettando? Ho rimandato. Tante volte. Non è il momento giusto, il posto giusto, l'umore giusto...forse non così, il mio inglese fa schifo, il meteo, la valigia, l'alloggio, le congiunzioni astrali, il ciclo... La verità è che se aspetti il momento giusto, non lo sarà mai. In quasi tutte le cose. 

Così, anche se non erano il momento giusto, il modo giusto, l'umore giusto...ho prenotato un volo e un alloggio. Intesi, per una che vive da sola da una vita, lontana dalla città dove è nata, che si destreggia tra il caos e le difficoltà giornaliere senza chiedere praticamente niente a nessuno, che viaggia appena può pur avendo un blocco comunicativo atavico, non sembra una gran cosa.
Ma le prime volte lo sono sempre!
A quel punto sull'onda dell'adrenalina ho prenotato anche un corso di baking. Ma non uno qualsiasi: un corso per un pomeriggio nella school bakery del mio cuore. 
Perchè con questa sono 5 le volte in cui sono stata a Londra, 4 in età adulta (o, se vogliamo, 4 degne di nota). E durante la prima di queste, 3 anni fa, c'è stato un momento in cui mi sono innamorata.
Prima di un mercato (i mercati mi fanno quasi sempre questo effetto, ma questo un po' di più), dei suoi colori e profumi, della sua atmosfera così totalmente cosmopolita e dei suoi angoli così perfettamente british. E poi di quella vetrina, dietro alla quale vedevo mani e farina, sorrisi e gente affaccendata, e tutto sembrava sapere tremendamente di buono, di quelle da appiccicarci naso e mani (non è escluso l'abbia anche fatto) fino a fingere di essersi materializzata dentro.
Quella volta, come quelle seguenti, me ne sono andata pensando che prima o poi dentro ci sarei stata pure io. Prima o poi. 

Non è stato perfetto probabilmente, ma per molti versi questa settimana a Londra è stata uno dei viaggi migliori che abbia mai fatto.
Per i miei deliziosi ospiti, che mi hanno accolto nella loro casa, nelle loro abitudini (e nella loro cucina), regalandomi tempo e comprensione ben oltre le mie difficoltà linguistiche. Per le code scodinzolanti e gli occhi sornioni di Wilfred, Millie e Rosie, i veri padroni di casa.
Per Bread Ahead e Justin Gellatly (santo subito!). Per Manuel, paziente chef e maestro franco-inglese che ha sopportato (e probabilmente riso non poco) delle mie "insidie" comunicative, ma guidato perfettamente in quelle degli impasti.
Per la mia prima pasta sfoglia e l'odore d'orgoglio e burro lasciato sulle dita. Per quello di barbecue nei giardini sul retro. Per i colori di tutti i giardini e le case e il sole che questa città mi regala ogni volta, indipendentemente dalla stagione. Per la clotted cream sugli scones e il tè delle cinque che sa di rose e di serenità. Per gli angoli ritrovati e quelli del tutto nuovi scoperti in lunghe camminate cogliendo more lungo canali e corsi d'acqua.
E per quell'attimo improvviso, seguendo il fiume, accarezzata da un venticello leggero e da quella luce bassa che fa brillare d'argento l'acqua, e una piccola figura in lontananza con il suo cane. Un involontario e incontrollabile sorriso, il cuore gonfio e gli occhi lucidi.
Se aspetti il momento giusto per vivere, non vivrai mai.

***

(da M. Jones, j. Gellatly, L. Gellatly, Baking School)
Gli "aberdeen butteries" o "rowies", sono dei classici roll scozzesi., serviti tipicamente con la marmellata. Sono simili ai croissant ma molto più facili da preparare.
Ingredienti (per 8 pezzi):
  • 10 gr di lievito di birra fresco (o 5 gr di quello secco istantaneo)
  • 170 gr di acqua tiepida
  • 10 gr di zucchero di canna
  • 250 gr di farina forte per pane (+ extra per spolverizzare)
  • 5 gr di sale
  • 125 gr di burro non salato
  • 70 gr di strutto
  • fiocchi di sale (o sale grosso) 
Giorno1: Mettete il lievito in una ciotola e mescolate bene con 25 gr di acqua (da quella totale) e lo zucchero per scioglierlo. Coprite e fate riposare per 1 ora. per ottenere un sapore più ricco, dopo 1 ora riponete il lievito in frigo tutta la notte. 
Giorno 2: Versate la farina e il sale in una ciotola larga e mescolateli bene. Create un cratere nel mezzo e versateci il lievito e la restante acqua (145 gr). Usando una mano mescolate facendo amalgamare gli ingredienti, quindi rovesciate l'impasto su un piano leggermente infarinato. Impastatelo usando il palmo della mano per stirarlo e riportarlo verso sè in modo energico e sbattendolo se serve, così da attivare meglio la lievitazione, per circa 8 min. (In questa fase non demordete se vi sembrerà troppo colloso, ma insistete nel lavorarlo, magari aiutandovi con una spatola per "raccogliere" l'impasto, fino a che non si staccherà dal piano pur rimanendo morbido). Formate un panetto e copritelo con la ciotola (potete lasciarlo direttamente sul piano) e fatelo riposare  a temperatura ambiente per 20 min. 
Nel frattempo lavorate burro e strutto fino a che saranno ben mescolati. Riprendete l'impasto sul piano infarinato e con il mattarello stendetelo formando un rettangolo di 40x20 cm. Stendete metà del burro e strutto su metà del rettangolo e piegate sopra la parte non imburrata. Stendete nuovamente il panetto in un rettangolo come il precedente e ripetete l'operazione con il burro rimasto, ripiegando la metà libera e facendo riposare coperto in frigo per circa 20 minuti. L' operazione di stesura e piegatura va ripetuta altre due volte, sempre facendo riposare l'impasto per 20 minuti tra una e l'altra.
Infine riponete coperto in frigo per 30 altri minuti.
Prendete l'impasto dal frigo e tagliatelo in otto strisce uguali. Con le dita arrotolate ogni pezzo in forme più o meno tondeggianti (io ripiegato a "M" come mostrato al corso) disponeteli ben distanziati su una placca rivestita di carta forno e fateli lievitare coperti da pellicola a temperatura ambiente per circa un'ora. Prima di infornarli inumiditeli leggermente di acqua con uno spruzzino e spolverateli con i fiocchi di sale. Cuoceteli in forno già caldo a 220° per circa 25 minuti, finchè saranno croccanti e dorati. Sfornateli (state attenti che potrebbe esserci del burro sciolto sulla teglia) e servite tiepidi.





4 commenti:

  1. Tu sai che amo i lievitati e quel libro mi intriga parecchio, i tuoi dolcetti sono meravigliosi e prima o poi li voglio provare (devo solo trovare il tempo)
    Molto interessante anche il lievito fatto riposare in frigorifero
    Bravissimna un abbraccio

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    1. I lievitati...posso quasi dire che mi abbiano salvato. Li amo profondamente! Questa sfoglia davvero la devi fare perchè è facile e dà una soddisfazione enorme. Come mi diceva anche la mitica Patty (Andante con gusto), sono anch'io convinta che possa essere sufficiente la sola dose di burro, evitando lo strutto. Ma tornata dall'esperienza a Londra volevo poterli rifare da sola perfettamente allo stesso modo. Grazie Manu!!!

      ps: io mi sono regalata un doppietta di Justin Gellatly che ti assicuro non può mancare in casa di una che ama i lievitati, questo "Baking School" e il più vecchio "Bread, Cake, Doughnut, Pudding" S-T-U-P-E-N-D-I

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  2. Qui mi hai irrimediabilmente fatta commuovere, mi sono immedesimata nella tua voce interiore e ricordato il mio primo viaggio da sola, in cui ho scoperto l’arte di fare caso al dettaglio che ti fa battere il cuore e sentire viva..che sono le esperienze in solitaria ti fanno vivere.

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    1. Cara Francesca, sono così contenta che le mie parole ti abbiano ricordato emozioni così belle! È uno dei pochi motivi validi per cui bisognerebbe scrivere. Grazie!!!

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