Ricetta apparentemente semplice, se non si considerano le variabili dettate dai pomodori, dal ristagno di troppa acqua, dal fatto che una volta ogni due (ma questo è perchè decisamente mi manca la pratica decennale) il pomodoro cederà e perderà qualsiasi forma rispettabile, ecc.
Ricetta di quelle tipicamente casalinghe, ma che dalle mie parti, su al nord, non sanno manco cosa sia. Ricetta che fu uno dei primi, prepotenti, grandi amori, verso la città di Roma, ancor prima di venirci ad abitare.
Ricetta passatami da generazioni di donne romane piene d'amore verso la loro famiglia e i loro ospiti, intrisa di una genuinità e di una semplicità di sapori, che spero ogni volta che mi trovo a farli di non aver alterato, con quel brutto vizio che ho di cambiare qualche aroma, giusto un po' di quello, un po' meno di quell'altro... Ricetta che è stata, in molti anni romani, la mia unica, vera e sentita risposta alla domanda affettuosa: "Cosa vuoi alla cena per il tuo compleanno?".
Poco importa se avrei potuto scegliere tra mille manicaretti. Poco importa se un pomodoro al riso non è certo quel che ti aspetti da una cena in pompa magna. Poco importa se il mio compleanno è in ottobre e che, certo, i pomodori non sarebbero propriamente un cibo autunnale... Io li amo!
E visto che l'autunno non è ancora iniziato, ma anzi, dopo un'estate pazzerella, questo settembre, almeno qua a Roma, ci sta regalando più caldo e sole di un qualsiasi agosto e che comunque io pomodori così belli e rossi non li ho visti per niente fino ad una settimana fa, vi...anzi MI faccio questo regalo.
Pensando che ci starebbero proprio bene mangiati sotto l'ombrellone spaparanzati al mare (è 'na fissa la mia perdonate!!!), ma vanno benissimo anche senza ombrellone e mare!