domenica 4 maggio 2014

Fiori di acacia e sambuco in pastella







































Sole (tra una pioggia e l'altra) e un cielo brontolone carico di nuvole grigie e blu all'orizzonte. 
Chi se ne importa! Allaccio le scarpe, apro il garage e inforco la bici insieme a papà. 
Pedalata in mezzo alla primavera (un po' capricciosa), a caccia di fiori. Aria densa di profumi e qualche starnuto. 
Mai accorta come quest'anno della concentrazione di acace e sambuco. Ovunque mi giri spuntano grappoli di fiori bianchi. Giardini, sentieri, fiumi, cestini di biciclette...
Ho così nuovamente ceduto al mio spauracchio del fritto, perchè si può mettere la primavera nel piatto in tanti modi, ma l'idea di mangiare fiori, lasciando perdere che oggigiorno fa fico nel mondo della cucina, mi dà l'idea di tremendamente bucolico e pure un pizzichino magico, come se si potesse addentare una nuvola o dare una leccatina ad un arcobaleno...chissà che gusto ha un profumo o un colore!? E con il sambuco ci farò una bacchetta magica?
Dopo questa poetica prefazione, non vi immaginate un saporone, nè un fiore di zucca ripieno ecco...d'altra parte le "poesie" sono delicate, appena dolciastre e superato lo scetticismo da "rischierò un'intossicazione", sappiate che vanno fritte e ingurgitate ancora roventi.
Giusto il tempo di presentarle al miele.

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